Il nostro antivirus…
In questo periodo di guerra liquida in cui il nemico invincibile, come nella leggendaria battaglia tra Mago Merlino e Maga Magò, ne La Spada nella roccia, si rivela essere non l’animale più grande o quello più forte ma quello più invasivo, in quanto microscopico: un virus… appunto…
In questo periodo in cui si vince non combattendo ma combattendo le nostre abitudini e in cui l’ordine di restare a casa si manifesta in tutta la sua carica paradossale, in quanto fino a qualche giorno fa rimanersene a casa coincideva con l’assenza dal lavoro da giustificare con certificato medico e come sintomo di pigrizia… ci ritorna alla mente una vecchia vignetta di Altan su Paese Sera della fine degli anni 80 nella quale il celeberrimo personaggio femminile diceva “nell’epoca del post moderno i colpi di Stato si fanno da soli”.
Nulla di meglio potrebbe rappresentare la situazione che attualmente stiamo vivendo.
È come se la limitazione della libertà e l’economia di guerra siano il frutto non di una guerra dichiarata tra uomini ma di quella mossa contro il (de)genere umano dalla natura stessa.
Cosa possiamo fare… tutti insieme?
Qualche giorno fa abbiamo pubblicato su Fb un antico racconto taoista intitolato “… forse” per lanciare il messaggio che tutto ciò che succede e facciamo può essere valutato solo alla luce delle sue conseguenze. Per chiarezza, quel racconto non intendeva certo levare un inno all’attendismo o all’inerzia, quanto alla pazienza… come antidoto al precipitarci a classificare i fatti come positivi o negativi solo attraverso la visione di campo ristretta ad essi, estrapolandoli da una prospettiva più ampia… (parafrasando il compianto Remo Bodei).
Oggi vorremmo, invece, cominciare a far risaltare uno dei tanti aspetti che derivano dall’attuale situazione.
In particolare si può osservare che sul piano lavorativo, la situazione sembra danneggiare in misura minore le attività che producono servizi piuttosto che beni materiali (a parte quelli di prima necessità che nei momenti di incertezza registrano sempre una maggiore richiesta).
Inoltre, tra i servizi, assume maggiore utilità, anche a distanza, la funzione educativa. Quale momento più di questo, infatti, richiede un’attività educativa che sappia mettere al centro dell’attenzione la persona e le sue risorse?
A questo proposito vi proponiamo l’uso di uno strumento tratto dal nostro patrimonio di esercizi e di giochi che ha proprio lo scopo di far condividere le idee all’interno di un gruppo.
In questo caso vi proponiamo che l’intera nostra organizzazione sia da considerare come un unico grande gruppo senza distinzione di mansioni, di appartenenza a questa o a quella figura professionale, a questa o a quella equipe….
Lo strumento è quello della tempesta di idee (in inglese brainstorming). E’ nato da un pubblicitario agli inizi del secolo scorso ma noi l’abbiamo imparato dalla tradizione dei quaccheri americani…
Come sappiamo si svolge in due fasi, la prima divergente, in cui si raccolgono le idee senza filtro che non sia il tema che vi proponiamo: idee utili per fare educazione a distanza…Una volta scaduto il periodo di raccolta (una settimana?) passeremo alla fase convergente di eventuale collegamento tra le idee proposte e quindi alla fase della loro trasformazione…in contributi come storie, filmati etc. con cui proseguire a distanza il lavoro educativo.
Per ora il tema può essere proposto con questo titolo “Istanti di educazione a distanza per ristabilire vicinanza”.
A noi tutti la raccolta di idee da trasmettere utilizzando il form di questo link: BRAINSTORMING-IN