L’educazione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo.
(Nelson Mandela)
L’intervento educativo è personalizzato e si rivolge a persone in difficoltà psicofisiche e/o sociali, viene realizzato da un’equipe multiprofessionale costituita dal coordinatore, dallo psicologo, dall’assistente sociale e dall’educatore.
I progetti educativi si differenziano in relazione ai contesti dove sono svolti:
- domicilio utente;
- scuola;
- territorio.
Quello nel domicilio si esplica attraverso interventi da parte degli educatori rivolti a minori e/o famiglie, sia singolarmente, che per gruppi e mira alla prevenzione e all’assistenza diretta alla persona, aiutando la famiglia a svolgere meglio il suo ruolo, favorendo l’integrazione sociale e la permanenza dei soggetti nel proprio contesto di appartenenza comunitaria.
Quando si rivolge a minori in condizioni di disabilità e con difficoltà di apprendimento, viene definita educativa specialistica/scolastica e prevede la presenza dell’educatore per la maggior parte del tempo a scuola.
L’attività di educativa territoriale rappresenta un servizio di prevenzione primaria rivolto, nello specifico, a quei minori che possono presentare disturbi della condotta o di devianza, in qualche caso precursori di fenomeni conclamati come alcolismo e tossicodipendenza. L’obiettivo dell’attività è di stimolare il coinvolgimento diretto dei minori nella vita sociale, attraverso il loro inserimento nei servizi di socializzazione ed aggregazione del territorio.
La metodologia dell’intervento prevede:
- l’osservazione dell’utente nella relazione con la sua famiglia, il gruppo dei pari e con le figure educative di riferimento (es. insegnanti, istruttori, capi scouts, catechisti, etc.);
- la creazione di un rapporto di fiducia tra l’operatore, l’utente e la famiglia, finalizzato all’approfondimento dei disagi personali e familiari;
- il lavoro diretto con la famiglia, dove la relazione educativa si estende alle figure genitoriali; in questo modo l’operatore funge da modello educativo di riferimento e da figura di mediazione fra i genitori ed il minore, contribuendo al consolidamento delle risorse delle parti.