La linea del potere

Premessa.

Non può mancare nella valigia degli attrezzi dell’uomo moderno lo strumento che proponiamo oggi, dal nome Linea del potere (vedi sotto). Va ad aggiungersi, così, agli altri consigliati nei precedenti brani come preziosi alleati per automonitorare la direzione del nostro potere.

Poichè abbiamo detto in precedenza che il potere non esercitato dagli altri, membri di un gruppo o cittadini di uno Stato intero, finisce per concentrarsi nelle mani dell’uomo solo al comando o di pochi, la Linea del potere ci richiama costantemente a indirizzare questo processo “chimico” nella direzione opposta. Verso gli altri, verso il gruppo, verso i cittadini.

La nuova icona dell’uomo moderno.

Nel libro di Alessandro Baricco, The Game, Torino, 2018, emerge come la nuova icona dell’uomo moderno. Non più il guerrero a cavallo che incita alla guerra, ma l’uomo che, con l’illusione di aver addomesticato la natura, simboleggiata nella tavola di pietra trasformata in tablet siliceo, procede verso un orizzonte. Bene! se allargaste il campo vedreste uno zaino-valigia pronto ad essere indossato. Simboleggia tutto ciò che serve per l’avventura-viaggio-gioco. L’avventura presuppone l’ignoto. Il viaggio il movimento. E il gioco? Lo spirito, il mood, con cui si decide di intraprendere l’avventura. Cosicchè sarebbe più corretto scrivere avventura-viaggio]gioco.

Lo zaino-valigia

Quella valigetta è la nostra cara valigia degli attrezzi di cui stiamo cercando di descrivere il contenuto. Dentro, come più volte detto, ci sono giochi, strumenti, concetti e idee non solo da usare nelle difficoltà dell’ignoto. Ma capaci, la sera quando arriva il momento di spolverarli, di dare nuovi stimoli.

La linea del potere nuovo sestante

La linea del potere allude, come si può capire, al fatto che il viaggio verso l’avventura non avviene in solitaria. L’uomo dell’icona non è solo. Si tratta, infatti, di un altro esercizio “relazionale” che ci interroga sul rapporto con gli altri come quel terzo occhio di cui parla Carlos Castaneda in A scuola dallo stregone. Una via yaqui alla conoscenza, Roma, 1970. 

Va fatta però una precisazione. Il fenomeno chimico che stiamo usando come metafora per parlare delle direzioni del potere va meglio precisata. Perchè se ragioniamo secondo la concezione monolitica del potere, questo si concentra in un punto lasciando il deserto dietro di sè (idealmente come il ritorno a prima del big bang). Secondo la concezione non monolitica, invece, il potere delegato dalla massa si dirige verso un punto in cui non si concentra ma si disperde (come un buco nero?). Tant’è che chi lo detiene è sempre un Re precario, esposto al rischio del bambino che ad alta voce, come nella favola, urli tra la folla che in verità è nudo. Per cui il potere mano mano che si diffonde diventa più forte, più si scioglie, non si dissolve ma acquista più efficacia. Come i 400 alberi monumentali della Sardegna, la regione che ne ha di più a livello nazionale. Hanno radici molto estese e tali da reggerne il peso e il nutrimento.

 

 

 

 

…..continua….