Diamoci una regolata!

Il senso di colpa che, forse, abbiamo provato, tra una torta e l’altra, durante l’isolamento da pandemia (sembra passato moltissimo tempo…) è stato causato dalla guerra senza quartiere dichiarata a madre natura, riproponendoci, passata ‘a nuttata, di uscirne con il buon proposito di darci regole nuove nel rapporto con essa ….

Tutto lodevole, ma come attuare quelli che mia nonna chiamava fioretti di San Francesco?

Come si è visto, il filo conduttore del nostro discorso si basa sull’idea che ci siano persone che condividono sia l’idea che il Covid-19 sia una risposta agli errori umani sul versante del tenore di vita, sia che si possa ancora fare qualcosa (l’ottimismo…ad oltranza) e, ancora, che si possa sviluppare un processo di modifica del rapporto con la natura che parta dall’individuo, attraversi i gruppi e per tracimazione si diffonda a livello planetario….E perché ciò avvenga, non abbiamo tralasciato di indicare l’importanza decisiva  del fattore tempo, sebbene le nuove tecnologie legate alla comunicazione abbiano reso assai più veloce la diffusione di una prassi dal livello personale a quello globale. Meccanismo ben noto agli influencers…ma spesso per spingere di più al consumo…

Data la difficoltà del”impresa”, che, come nel nostro caso, sembra richiedere l’allinearsi di un numero elevato di condizioni (una sorta di allineamento astrale dal ciclo secolare) non è difficile capire come, viceversa, prevalgono letture dell’attuale situazione che attraversano tutto lo spettro di quelli che gli psicologi chiamano meccanismi di difesa dell’io: tra i quali oggi sembra imperare la rimozione e purtroppo soprattutto nelle teste di capi di Stato alla guida di Paesi di primaria importanza dal punto di vista dell’impronta ecologica.

Per introdurre il tema delle regole, come ripromessoci nel brano precedente Le regole del gruppo, abbiamo ritenuto necessaria questa premessa per due principali motivi. Il primo per rassicurare sul fatto che se la pensiamo nel modo suaccennato e che  stiamo cercando di argomentare in tutto questo tempo di ripresa dall’isolamento sanitario, non è, a sua volta, per una forma di rimozione, per quanto, forse, originale. Siamo consapevoli, infatti, della difficoltà di attuare quanto andiamo dicendo, poichè la guerra contro la natura ha una data di dichiarazione che qualcuno addirittura fa coincidere con la comparsa della specie umana sulla Terra,  con una stretta finale che coinciderebbe con la seconda rivoluzione industriale…Dunque ciò per dire che siamo consapevoli della difficoltà della sfida…e semmai se proviamo a indicare come necessarie certe svolte morali, al massimo lo facciamo come se fossimo dei cartelli che indicano la direzione, non certo i campioni della loro attuazione.

Il secondo motivo, invece, sta nel fatto che l’introduzione ci sembra funzionale a parlare delle regole secondo due possibilità.

La prima si basa su una prassi descritta sul seguente link  Regole di convivenza di classe  e presentata a Bolzano nel 2013 in occasione del secondo Convegno sull’integrazione e inclusione scolastica…e su cui invitiamo alla lettura. Essa potrebbe rappresentare la base per quel lavoro di condivisione di regole di comportamento con lo scopo di rimettere sotto il controllo delle persone il fattore tempo, come accennato in precedenza.

La seconda possibilità di parlare di regole, è, invece, funzionale allo scopo di descrivere alcuni giochi del nostro patrimonio ludico per riflettere sugli insegnamenti che la natura, anche attraverso il Covid-19, con questo nome da esopianeta lontano anni luce,  ci impartisce, insieme alla storia. A patto, ben inteso, di saper imparare….

Attenzione, però, questi due modi di trattare delle regole, non sono alternativi. Infatti il primo è assolutamente necessario per equipaggiare le astronavi capaci di creare piccole repubbliche in cui sia possibile vivere secondo regole diverse da quelle che rendono prevalente il modello di vita del Tutto Troppo Presto (vedi scritti precedenti).

Peraltro anche in questo caso si da massima importanza alle metodologie ludiche del nostro patrimonio, a partire ancora una volta dal brainstorming, espressivo nella fase, detta divergente, dei bisogni di ciascuno, per cominciare, nella fase convergente, a dare forma a quel patto di comunità necessario affinchè quanti sono a bordo dell’astronave si sentano sia passeggeri che membri dell’equipaggio…. Proseguiremo nei prossimi brani a sviluppare la riflessione, trattando sia il tema dell’assertività, che delle sue…avversità, ossia di tutte le difficoltà che oggi ciascuno e la stessa specie umana si può dire incontri in quella condizione che ha già portato molti, e non da oggi, a parlare non più di società liquida, con buona pace di Zygmunt Bauman ma…di società iperliquida…e come al solito non è solo un gioco di parole…

Il secondo modo di trattazione delle regole prende spunto, invece, dal gioco Scopri il leader! (vedi sotto), come di consueto, tratto dal testo Percorsi di formazione alla nonviolenza, Torino 1992.

 

L’efficacia dello strumento sta anche nel fatto che propone uno studio delle regole dall’interno del sistema. Come un suo elemento dinamico imprescindibile. Da questo punto di vista, questo gioco ci sembra utile per comprendere che:

  • 1)-le regole di un sistema sono il sistema
  • 2) -ogni sistema ha delle regole di funzionamento e per capire il primo bisogna saper interpretare le seconde
  • 3) -l’interpretazione delle regole è di per sé un processo stocastico: ogni tentativo non risolutivo pone le basi per stringere il campo delle possibilità
  • 4) -il caos stesso agisce secondo delle regole…che magari ancora non abbiamo decifrato. Ineludibile, da questo punto di vista, appare il riferimento a testi come quello di Edgar Morin, Il Metodo. Ordine disordine e organizzazione, Milano 1983.
  • 5) -i tentativi di individuare le regole di funzionamento del sistema possono modificare il sistema stesso. Ebbene da questo bellissimo gioco può partire l’analisi della…seconda cibernetica caratterizzata dal fatto che non esistono sistemi in cui l’osservatore sia esterno ad esso.  Con la conseguenza che includere l’osservatore nell’osservazione porta a considerarne il processo di costruzione dell’oggetto e la scelta del punto di vista del soggetto. Ed è questo che decide in che cosa consiste il sistema osservato e che stabilisce il confine tra sistema e ambiente.

Si tratta di spunti di riflessione dai quali si può partire per porre l’accento su tematiche etico-pedagogiche, quali:

  • a) -l’assolutezza/relatività del concetto di Verità, che va costruita e non cercata
  • b) -l’assolutezza/relatività del concetto di Realtà, che si presenta come incontro tra realtà soggettive in relazione
  • c) -la valorizzazione del punto di vista, mio e degli altri: la realtà nasce da successiva condivisione di definizioni che si danno da quel momento come presupposti, sino a che non vengono falsificati. Analogamente come in ambito scientifico suggerisce Karl Popper in Logica della scoperta scientifica, Torino, 1970
  • d) -l’importanza del concetto di processo
  • e) -l’importanza del concetto di sistema e di sottosistema, nonché di imparare a distinguerli.
  • f) -la continuità del cambiamento: esso non va prodotto, ma al limite guidato: la differenza tra cambiamento di tipo 1 –ossia che lascia le cose come stanno- e cambiamento di tipo 2 –cioè di modifica del sistema. Utile a questo riguardo è il volume di Paul Watzlawick et al. Change, Roma 1974
  • g) -il valore dell’entropia come condizione di complessità ingovernabile a certi livelli del sistema
  • h) -l’importanza di conoscere le regole di funzionamento dei sistemi al fine di produrre i cambiamenti desiderabili senza scardinarle: la differenza tra violare le regole e cambiarle (con la differenza tra rivoluzione e riformismo, con possibilità di porre la nonviolenza come rivoluzione che modifica le regole del sistema in modo appunto…riformistico).

Come si vede le due modalità proposte possono essere usate in parallelo: mentre si rafforza la propria capacità di ritornare ad avere il controllo del tempo, allenarsi per trovare, secondo la logica del problem solving, il punto debole in cui inserire quel granello di polvere che rallenti il sistema. Consapevoli che costituisce un errore, come insegna il concetto di cambiamento 1, agire con la clava. Ogni tentativo di questo tipo provoca, infatti, un rafforzamento del sistema a livello 1.

Da questo punto di vista, dunque, un fondo di verità, questa volta si, la detiene chi pensa che la complessità, come condizione di ingovernabilità, possa essere una strategia giocata per rendere i sistemi dominabili da parte di sottosistemi: ad esempio quello economico… Si tratta di aspetti che i movimenti giovanili contro il surriscaldamento globale sembra abbiano cominciato a cogliere.

Pier Gavino Sechi.

P.S.

per coloro che si renderanno conto che in questo brano manca ogni riferimento all’annunciato (nel brano precedente) riferimento a John Rawls, rimandiamo al prossimo, in cui avremo modo di spiegare il motivo di questa scelta.